
Il giacimento di Bauxite di Otranto fu scoperto negli anni ’40, grazie al ritrovamento casuale di un grosso minerale da parte di uno studente del Prof. Liborio Salomi (1882-1952), docente di Storia Naturale presso l’Istituto Tecnico “O.G. Costa” di Lecce, e fu ufficializzato qualche anno più tardi dall’Ing. Camillo Crema del Servizio Geologico d’Italia. Per tutti gli anni ’60 e sino al 1976, anno in cui l’attività fu chiusa, la bauxite dita di Otranto venne estratta, lavata, imbarcata nel vicino porto e spedita a Marghera.
La Bauxite fu e lo è tuttora, la materia prima dalla quale si estrae l’alluminio e trova anche altri impieghi, sempre più diffusi, nella preparazione di abrasivi, di refrattari e di colori.
Questa pittoresca unione bicromatica tra il verde smeraldo dell’acqua e il rosso ruggine dei calanchi scavati dalle piogge meteoriche, rappresenta non solo il punto di riferimento di numerose specie animali ma è anche l’esempio di una rimediazione naturale all’intervento dell’uomo.